30/06/10

Giovannone Lingualunga




Si è parlato molto, ovviamente solo in rete, di questo video che raccoglie un intervento del direttore di Studio Aperto Giovannone Lingualunga (al secolo Giovanni Toti). Il video lo potete aprire cliccando qui .

Il direttorissimo, dopo aver salutato, ci vuol far sapere la sua riflessione sulle 2 sentenze emesse dai Tribunali di Palermo e di Milano (rispettivamente su Marcello Dell'Utri e su Massimo Tartaglia) .
Secondo Giovannone, infatti, i magistrati di Palermo avrebbero "spazzato via le fantasiose ricostruzioni sui rapporti tra mafia e politica". Prescindendo dal fatto che, prima di commentare una sentenza, sarebbe cordiale leggerla e che, per leggerla, bisogna aspettare che questa benedetta sentenza qualcuno la scriva... Trovo assai singolare il ragionamento che fa il bel Toti.
Da ciò che dice il direttore di Studio Aperto sembra che il Marcello Dell'Utri che è stato condannato a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, non sia che un omonimo di quel Marcello Dell'Utri amico fraterno di Berlusconi, senatore e fondatore di "Forza Italia"eccetera, bè sicuramente la sentenza dirà che si è trattato di un madornale errore (o uno scambio di persona oppure un comunista mascherato che ha indotto all'errore gli oltre 30 pentiti che dicevano di conoscere Marcello Dell'Utri o chissà che altro) tant'è, però, sarebbe cordiale aspettare di leggere cosa scriveranno davvero i giudici nella sentenza prima di lanciarsi in ipotesi così avventurose. Ma questo è nulla per la lingua spericolata di Giovannone!
Secondo il Toti le "rivelazioni" balla di Spatuzza avrebbero "per anni" infangato la "vita pubblica" e "la reputazione di tante persone per bene". Chi siano le " tante persone per bene" infangate da Spatuzza, in realtà, non mi è molto ben chiaro. Non conosco nessuna "persona per bene" che si dica parzialmente soddisfatta per aver preso "solo 7 anni" per concorso esterno in associazione mafiosa. Ma sarò io che malfrequento. Se tra i miei amici non ne ho uno pregiudicato per mafia, certe cose è meglio le lasci ad altri.
Devo recuperare al più presto: trovare un amico ricettatore, un conoscente pluriomicida, un parente stretto rapinatore... altrimenti mia madre potrebbe pensare che le cattive compagnie mi devino.
Giovannone Lingualunga è anche colpito dal reato contestato a Dell'Utri (concorso esterno in associazione mafiosa) che lui definisce "un reato molto discusso e, francamente, molto discutibile" dimentica però di dire che pur nella sua furia depenalizzatrice, il suo padrone (Silvio Berlusconi), non si è mai sognato di provare a cancellare questo reatuccio "molto discutibile" siccome (come sanno oramai pure gli idioti) è un reato molto grave. Se Berlusconi quando ha ventilato l'ipotesi di cancellare questo reato si è trovato contro persino zerbini in pelle umana come i finiani o i leghisti... un motivo dovrà pur esserci.
Ma al Toti è sorto un dubbio atroce: "Non è che, chi è vicino a Berlusconi, alla fine qualcosa debba pagare?". Ecco.. se per "qualcosa debba pagare" si riferiva alle tangenti alla Guardia di Finanza, sì. Quel qualcosa lo doveva pagare. Ma lo faceva, secondo le terribili Toghe Rosse, ad insaputa di Berlusconi. Ma forse non era quello che il direttorissimo voleva intendere. Mistero.
Su Dell'Utri chiusa così, insomma. Secondo Giovannone, Dell'Utri è una specie di Santo che, nonostante tutte le prove fossero a lui favorevoli, è stato condannato solo perché è vicino a Berlusconi. Attendiamo la sentenza per farci due risate.
Allora passa ad occuparsi di Tartaglia, secondo Lingualunga "Un magistrato dichiarava non punibile Massimo Tartaglia [...] per lui nessuna detenzione solo libertà vigilata e dimora in una comunità dove possa curarsi" dimentica un piccolo particolare: Il giudice ha deciso così sulla base di perizie psichiatriche che definivano il soggetto "incapace di intendere e di volere" è quindi normale che non possa andare in galera, cosa c'è di strano?
Poi se lui trova strano che un tipo che ha tirato una statuetta in faccia al Premier non stia in galera ma debbe stare in una casa di cura, io trovo piuttosto più strano, invece, il fatto che Marcello Dell'Utri, condannato in secondo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, invece che in galera stia in Senato e, da lì, sia in grado di condizionare la vita di tante brave e oneste persone (come me, che, pur non essendo "un eroe" come Vittorio Mangano, nel mio piccolo, cerco di difendermi). Ma ogni persona ha una diversa sensibilità.
Lui vorrebbe in galera i lanciatori di statuette, io vorrei che i giornalisti avessero un po' di dignità. De gustibus....

1 commento:

  1. addio schiappe!io me ne vado in messico!

    http://www.youtube.com/watch?v=eZTDzmUWdDg

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