01/11/12

Non voto. (La scelta di non scegliere)



Tra circa sei mesi saremo di nuovo chiamati alle urne per, così almeno mi dicevano da bambino, “decidere del futuro di questo nostro Belpaese”.
Be’ giunto a 30 anni, per la prima volta in vita mia, ho intenzione di non rispondere a questa chiamata alle armi, marcherò visita, sarò assente, “non pervenuto” come dicevano quand’ero bambino della temperature minima e massima a Cuneo.
Le ragioni che mi spingono a scegliere di non scegliere sono due. Cercherò di spiegarle con precisione ma senza dilungarmi troppo.
L’Italia è una repubblica parlamentare, ovvero, i cittadini eleggono non il Presidente del Consiglio, bensì i parlamentari. La Costituzione italiana prevede che il parlamentare, una volta eletto, agisce “senza vincoli di mandato”. Ciò, in teoria, vorrebbe dire che costui sarà libero da vincoli imposti dai poteri forti e agirà invece solo ed esclusivamente secondo la propria coscienza. In realtà, però, questa cosa si traduce più prosaicamente con “il parlamentare, dopo aver preso i voti, fa quel cazzo che gli pare e tu mandagli pure tutte le mail che vuoi, tanto o non le legge, oppure le legge e ti insulta”.
Delegare un altro ad agire a mani libere in tutti i campi su cui un parlamentare deve intervenire a me pare, già di per sé, una cosa piuttosto folle. La follia, però, non ha limiti almeno qui da noi in Italia e quindi, stante questa regola impostaci dalla nostra Carta, abbiamo una legge elettorale totalmente psicotica che lascia nelle mani dei segretari di partito (e loro sodali) la composizione delle liste dei candidati e il loro ordine di elezione.
In soldoni quindi, 5 o 6 persone (BersaniVendolaDi PietroBossiBerlusconi e Casini, per semplificare), scelgono le persone che poi tu elettore dovresti mandare in Parlamento a fare ciò che decidono loro, senza che tu abbia la possibilità di intervenire per fermarli qualora sbaglino o facciano cose diverse da ciò per cui tu eri andato a votarli.
Per come sono fatto io, lascerei agire liberamente a mio nome non più di 3 o 4 persone. Gestire un Paese è una cosa talmente delicata e seria che non riesco a trovare un motivo per cui dovrei delegare un compito così importante ad una persona che non ho neppure mai visto (né ho idea di come si chiami).
A questo punto uno potrebbe domandarmi: “Be’, quindi se cambiano la legge elettorale, tu troveresti sensato andare a votare?”. Ecco, la risposta, purtroppo, sarebbe ugualmente negativa.
Questo punto, credo, non ti troverà d’accordo, ma non voglio venderti nulla, non ho intenzione di piacerti (o spiacerti), non ti chiedo voti, firme o condivisioni e “mi piace” su Facebook, quindi parlo liberamente. Trovo offensivo e assurdo che il voto sia un diritto che si acquisisce con l’età. Ora proverò a spiegare brevemente il perché con un parallelismo.
Ogni cittadino ha diritto a guidare l’automobile, ma prima di poterlo fare, deve dimostrare di averne la capacità. Non delle doti straordinarie, ma un minimo indispensabile per sedersi al posto del guidatore e condurre la propria auto in giro senza essere un pericolo per sé e per gli altri. Perché, invece, questa minima preparazione e questo minimo studio non vengono richiesti ad un elettore? Non lo trovo sensato.
E’ più pericoloso e nocivo per la società un automobilista incapace o un elettore impreparato? La risposta a questa domanda, in realtà, è tutt’altro che scontata.
Un automobilista potrà, al massimo, causare danni a quanti, una decina di persone? Facciamo venti, per ipotesi? Oppure vogliamo esagerare? Ok, esageriamo. Un automobilista, per assurdo, potrebbe uccidere o ferire cinquanta persone prima di essere fermato. Poniamo, per ipotesi, che queste persone abbiano ciascuno 10 persone che tengono fortemente a loro. Un singolo automobilista impreparato, quindi, potrebbe sconvolgere la vita di 550 persone. Ricordiamoci di questo dato.
Un elettore impreparato, invece, si troverebbe nella più totale confusione una volta nell’urna. La sua scelta, che avverrà necessariamente in maniera casuale, andrà ad incidere in maniera più o meno forte nella vita di circa 60 milioni di persone. Ora, ponendo per ipotesi che ci siano 1000 partiti che si presentano alle elezioni e che, tra questi, ce ne sia uno solo malvagio che si proponga, sempre per ipotesi, lo sterminio della razza umana come unico punto del programma, allora ci sarebbe 1/1000 di possibilità che l’elettore impreparato scelga proprio quel partito.
Quindi, statisticamente, ogni 1000 elettori impreparati la vita di 60 milioni di persone sarebbe in grave pericolo. Perciò, ogni elettore impreparato, in media è responsabile del malessere di 60.000 persone. Quasi 110 volte di più pericoloso di un automobilista.
Quello che proporrei allora sarebbe di fare un test, molto semplice, che escluda dal voto solo gli elettori totalmente impreparati. Esattamente come si può guidare un’auto senza essere Michael Schumacher, si potrà votare senza essere dei politologi di fama mondiale, ma un minimo di preparazione deve essere richiesto per svolgere entrambi i compiti.
Ad esempio, nella scheda, oltre ai simboli dei vari partiti, l’elettore dovrebbe rispondere a domande di minima cultura politica con una crocetta, similmente a quanto accade nei test per prendere la patente.
A titolo esemplificativo:
Qual è il nome dell’attuale Presidente della Camera dei deputati.
1. Fabrizio Cicchitto. 
2. Gianfranco Fini.
3. Nichi Vendola.
4. Romano Prodi.
Se una persona non è in grado di individuare tra i nomi proposti l’opzione corretta, il voto viene annullato. Penso che conoscere il nome dei presidenti di: Consiglio, Camera, Senato e Repubblica (ad esempio), possa essere un discrimine già abbastanza serio per impedire che persone totalmente impreparate possano scegliere con uguale diritto rispetto a coloro i quali seguono l’attualità politica con interesse.
Chiudo con un piccolo inciso. Ogni volta che una persona dice che non andrà a votare, si sente rispondere: “Ok, allora dopo le elezioni non lamentarti se viene eletto uno che non ti piace”. A questa frase rispondo seccamente: “Invece io ho tutto il diritto di lamentarmi del comportamento di chiunque perché, non avendo delegato nessuno ad agire senza vincoli a mio nome, non ho perso neppure una minima parte del mio spirito critico. Tu che hai votato, invece, lo hai fatto. E neppure te ne rendi conto”.

3 commenti:

  1. Non votare significa rinunciare ad un diritto fondamentale. Meglio, a mio parere, annullare le schede ma andarci, a votare. Qualcuno si è rotto il culo per procurarmi questo diritto e non mi piacerebbe, un giorno, svegliarmi e accorgermi che non l’ho più.
    Interessante l’idea della preparazione ma che tipo di preparazione sarebbe adeguata? Milioni di persone conoscono nomi, volti e ruoli dei politici italiani. Milioni di italiani sanno ripeterti vita, morte e miracoli dei partecipanti alle varie arene pre-elettorali. È sufficiente? Che tipo di fonte dovrebbero consultare, secondo te? Tg, giornali, trasmissioni radiofoniche non danno le informazioni necessarie perché tu possa esser certo di votare con cognizione di causa. Non se ne esce. Perché così siamo fatti e la politica non è altro che l’immagine rimandata da tutti i cittadini (io sono parte di questo gruppo ‘cittadini’, tu anche). Credo sia opportuno difendere, sempre, la libertà di ognuno di esprimere la sua opinione, anche se fondata su presupposti traballanti. Condivido quello che traspare dal tuo scritto (sempre ben scritto, peraltro) e però credo che si debba cominciare dal basso, dal piccolo mondo intorno a noi, da noi stessi, principalmente. Contando sull’effetto domino.

    Elena

    RispondiElimina
  2. avere la libertà di scegliere di non votare è pure un diritto fondamentale, qualcuno si è rotto il culo per procurarmi questo diritto e non mi piacerebbe, un giorno, svegliarmi e accorgermi che qualcuno armato di retorica vuota vuole impedirmi di usufruirne.

    shali

    RispondiElimina
  3. Mi trovo pienamente d'accordo. Anche se, fondamentalmente, conoscere i nomi dei candidati non equivale di certo a cultura politica, ma a semplice "cultura televisiva". Chiunque in tv ha sentito il nome del presidente della repubblica, della camera ecc.. non per questo è una persona che ne capisce di politica. Io son la prima a non capirne un cazzo al momento,ed è per questo che mi sono astenuta: non voglio danneggiare o giovare a qualcosa che adesso non riesco a capire e che non conosco bene. Vorrei tanto capirci qualcosa, ma è la stessa merda, ovunque. Bisognerebbe cambiare proprio tutto. Le domande dovrebbero essere forse altre. Bisognerebbe conoscere gli ideali che si vogliono portare avanti.

    Son contenta che al mondo ci sia una persona come te.

    RispondiElimina